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Al giro di boa facciamo una prima analisi

26 gennaio 2016

TREDICESIMA GIORNATA 2015-’16

EDITORIALE

Al giro di boa facciamo una prima analisi

Ieri abbiamo chiuso anche con la under 18 il girone di andata. Era l’ultima che doveva concludere il suo ciclo di primi incontri. Abbiamo giocato con la Under 14 e con la doppia under 12 entrambe in trasferta. Solito weekend in cui non ci sono mancati emozioni e freddo. Ancora una volta, nel bene o nel male, il rugby impone le sue regole: organizzazione, fatica, numeri e programmazione.

Nella nostra acerba esperienza è quello che proviamo a rispettare, ben consci che il tempo è un altro fattore non trascurabile. Così ogni qualvolta si incontra qualche avversario che ci ridimensiona e ci insegna il rugby , dobbiamo sempre a ricordare di guardare l’anno di fondazione dello sfidante e, quasi sempre, ci si accorge che il tempo nel rugby è sinonimo di potenza.

Se consideriamo questo lasso di tempo trascorso, da settembre ad oggi, come il primo dei tre tempi di una partita di rugby, ci possiamo considerare estremamente soddisfatti. Dalla under 18, squadra di riferimento che è stata per forza sperimentale, alla under 6 tutto ha girato secondo programma, anzi, in realtà, ben oltre il programmato. Così grazie agli abbondanti numeri del settore minirugby, agli allenatori capaci e alla loro giovane età, abbiamo potuto trasferire su questo settore uno spirito di continua sperimentazione che dà già pregevoli risultati immediati, e che si rifletterà nel futuro, quando avremo la ambizione di agire come un Club maturo.

Questa attenzione al futuro la notiamo, in maniera confortante, nel progetto under 14, dove finalmente abbiamo messo a punto un modello che raccoglie i primi frutti della metodologia impostata negli scorsi anni nel minirugby. Appare così una squadra che resta debole sotto il profilo fisico, ma che mostra tutta la capacità di lavoro sugli skill individuali e di squadra che è il sapiente collage che poi si deve leggere in una compagine matura. Possiamo orgogliosamente dire che stiamo cominciando a "fabbricare” giocatori di rugby e il mantenere posizioni di tutto rispetto nei campionati dove il punteggio conta ci fa capire che il nostro metodo di lavoro è indovinato. Continuiamo guardando avanti con la barra del timone fissa sul punto di arrivo che è da tempo prefissato, ma che col passare degli anni si fa sempre più vicino e nitido!

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